Replay: Gli Angeli con le ali di Stato

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di Salvo Barbagallo

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ALFANO2Non è la prima volta che ci capita e (ne siamo convinti) accadrà ancora di riportare (o meglio, di riproporre) articoli già scritti in passato: non è la prima volta perché cerchiamo di evitare un lavoro che ci è familiare e consueto, e perché i fatti si ripropongono a volte con noiosa cadenza. Ed è come se fossero delle fotocopie. A denunciare il solito spreco delle risorse nazionali in nome delle Istituzioni è il giornale Il Fatto Quotidiano che (bisogna dargliene atto e merito) poco si lascia sfuggire. Il titolo centrale in prima pagina del quotidiano dell’altro ieri (8 maggio) parla chiaro: “Alfano prende l’aereo di Stato per promuovere il suo libro”. Il richiamo è esplicativo: Da quando il ministro ha pubblicato il saggio “Chi ha paura non è libero”, le destinazioni richieste all’ufficio di Palazzo Chigi coincidono con quelle delle sue presentazioni. Lui replica: “È vero, motivi di sicurezza”. Valeria Pacelli (all’interno, a pag. 7) illustra dettagliatamente il numero dei voli e le destinazioni degli aerei del 31° Stormo dell’Aeronautica militare italiana utilizzati dal ministro Angelino Alfano e, dall’altra parte, viene spiegato che il ministro avendo “protezione di livello 1” fa uso dei voli di Stato a prescindere dalle destinazioni per motivi di “sicurezza”. Ovviamente è tutto alla luce del sole, niente di occulto o di abuso di potere.

Dunque, perché addentrarci in analisi sulla gestione della Cosa pubblica o sui costi reali della presentazione di un libro che, di certo, la casa editrice non risarcirebbe anche se l’autore è un ministro in carica? È tutto nella norma. D’altra parte se lo stesso premier Matteo Renzi si consente di mantenere a suon di bigliettoni (45 mila euro al giorno) un “Airbus 349-500” (di Stato?) immobilizzato in un hangar, perché un ministro non dovrebbe permettersi l’uso di modesto “Falcon” che costa sicuramente molto meno?

Noi rimandiamo all’articolo (che segue) scritto a fine agosto dello scorso anno senza aggiungere altro.


angel

L’EDITORIALE 

Gli Angeli con le ali di Stato

29 agosto 2015

 

di Salvo Barbagallo

 

Si grida allo “scandalo” (ovviamente, per poco tempo) ogni qual volta si apprende che qualche politico con cariche di governo faccia uso (o abuso) del potere che ha, utilizzando mezzi e risorse che (a conclusione) paga sempre il cittadino. In Italia (ma forse non solo in Italia) è una “consuetudine” fortemente radicata, e di esempi certo non ne mancano. Ci sono (ovviamente) le eccezioni: basti pensare che il Capo dello Stato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per raggiungere la sua isola, la Sicilia, prende un volo di linea. L’eccezione, purtroppo, non costituisce per molti un esempio da seguire (Sabatini Coletti: esempio, Chi o ciò che costituisce un caso significativo rispetto a una categoria morale e in quanto tale è proposto come modello da imitare o da evitare) e quindi non c’è da stupirsi se anche il ministro degli Interni Angelino Alfano usa (e riusa) a secondo delle sue necessità i velivoli di Stato per andare e venire dalla Sicilia, né c’è da criticarlo perché non ha inteso seguire l’esempio del Presidente Mattarella, suo conterraneo.

Nulla di particolare se Angelino Alfano da mesi, soventemente nei weekend – come evidenzia “Il Fatto Quotidiano” del 22 scorso – fa la spola da Roma alla Sicilia servendosi di un “Falcon” statale: nulla di particolare in quanto il ministro raggiunge l’isola per motivi di lavoro. Che poi il ministro, dopo avere svolto i suoi incarichi, incontra amici e simpatizzanti, è una circostanza complementare. La Sicilia oggi più che mai ha bisogno della presenza del ministro degli Interni: gli sbarchi continui dei profughi salvati in mare, le tensioni nel governo Crocetta della Regione, meritano, infatti, un’attenzione diretta e non un resoconto riferito.

C’è un “dettaglio” curioso, come rivela sempre “Il Fatto Quotidiano” (del 23 agosto): “C’è uno strano giallo nel caso dei viaggi blu di Alfano. Se i voli di Stato del ministro dell’Interno che l’ha preceduto, Annamaria Cancellieri, sono registritati sui files di Palazzo Chigi, quelli del leader del Nuovo centro destra sono invece segreti fino al marzo 2015: in quelle liste – in quasi due anni di permanenza al Viminale – Alfano non compare mai, poi improvvisamente sì e peraltro da protagonista (una quarantina di voli di viaggi in cinque mesi, una bella parte dei quali da e per la Sicilia), visto che il suo nome ricorre quasi più di quello del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che qualche motivo in più per viaggiare ce l’ha…”.

Non c’è da stupirsi, ripetiamo: è ormai consuetudine radicata l’utilizzo delle risorse pubbliche  perché, in un modo o in un altro, rientra nelle funzioni istituzionali di chi rappresenta la collettività. Basti ricordare il noto caso del premier Matteo Renzi quando d’inverno per andare a sciare a Courmayeur “usò” un velivolo di Stato: lo prevedeva “il protocollo di sicurezza”. Lo stesso discorso vale per Angelino Alfano, così come il Viminale fa sapere: “…Il ministro dell’Interno ha avuto impegni istituzionali durante i suoi viaggi in Sicilia, ma in ogni caso ha protezione di livello 1, per cui non solo ha diritto, ma il dovere di viaggiare con l’aereo di Stato”. Lo stesso discorso è stato (e viene) applicato anche in altri (tanti) casi che non arrivano alla cronaca, che riguardano figure di caratura istituzionale. Negli aeroporti di Catania e Palermo è di casa il “Falcon 900” dell’Aeronautica Militare utilizzato da ministri (eccetera).

Al cittadino comune non resta che sognare le ali dei veri Angeli, non certo le “ali di Stato”.

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